Presentazione di Open Source Intelligence Abstraction Layer – video e foto

Alla presenza di un pubblico numeroso e interessato si è svolta venerdì 27 marzo 2015, presso la sala eventi della libreria Feltrinelli di Pescara, la presentazione di Open Source Intelligence Abstraction Layer. L’Autore e il Chariman hanno brevemente descritto il contesto strategico della intelligence community italiana all’interno del quale il volume si colloca, proponendo una visione alternativa dell’Intelligence delle Fonti Aperte (OSINT) e sollecitando l’avvio di un dibattito “pubblico-privato” interdisciplinare finalizzato alla costituzione di una teoria generale condivisa per l’OSINT.

L’Autore ringrazia di cuore tutti quelli che hanno voluto essere presenti, personalmente o con un augurio, un “in bocca al lupo”, un messaggio o un SMS. Un ringraziamento particolare va a Edizioni Epoké per aver permesso tutto questo, alla Feltrinelli Pescara per la squisita ospitalità ed infine, ma non ultimo, al “Chairman” della presentazione. Dopo un interessante dibattito con il pubblico su temi di grande attualità, la serata si è conclusa con una piccola sorpresa: l’annuncio di un nuovo progetto di ricerca che porterà alla pubblicazione – prevista per la fine del 2016 – di un nuovo volume che è l’ideale prosecuzione del discoro iniziato con Open Source Intelligence Abstraction Layer: l’Open Source Intelligence Application Layer.

A questo indirizzo è disponibile la galleria fotografica dell’evento, di seguito la registrazione video e le slide riassuntive della presentazione.


 

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A Pescara la presentazione di Open Source Intelligence Abstraction Layer

Il giorno venerdì 27 marzo 2015, alle ore 18.00, presso la libreria Feltrinelli di Pescara (via Milano, angolo via Trento) si terrà la presentazione del libro Open Source Intelligence Abstraction Layer. Proposta per una Teoria Generale dell’Intelligence delle Fonti Aperte.

L’Autore dialogherà con tutti coloro che vorranno intervenire sulla necessità di arrivare alla formulazione di una teoria generale per l’Osint e sul tentativo di formalizzare il corpus di conoscenze sulle quali sarebbe corretto fondare (o rifondare) la disciplina dell’Intelligence delle Fonti Aperte.

Vi aspettiamo numerosi!


Tommaso Palumbo sull’Open Source Intelligence Abstraction Layer

Quella che sto introducendo in queste righe è la recensione di Open Source Intelligence Abstraction Layer che il mio amico Tommaso Palumbo ha voluto inviarmi. Una recensione che ogni autore vorrebbe (e dovrebbe) ricevere almeno una volta nella sua carriera: in primo luogo perché arriva da un servitore dello Stato (chi mi conosce sa quanto questo sia rilevante per me); in secondo luogo perché è il parere esperto di un professionista dell’OSINT che ha operato e opera quotidianamente “sul campo” in contesti di grande criticità; terzo, ma non ultimo, perché è il giudizio di un amico. Sono questi gli elementi che avrebbero dato alla recensione di Tommaso il valore che ha anche se fosse stata di “segno” diametralmente opposto. Infine la sola remota ipotesi che anche una singola virgola di Open Source Intelligence Abstraction Layer possa in qualche modo essere stata di una qualche utilità per chi lavora ogni giorno per la nostra sicurezza è la cosa che più mi rende orgoglioso e mi ripaga dei quattro – sofferti – anni passati a mettere insieme Open Source Intelligence Abstraction Layer . Per tutto questo grazie a te – e di cuore – Tommaso!

Mi occupo di OSInt dal 2003 e dal 2006 al 2012 questa disciplina ha costituito uno degli aspetti più importanti del mio lavoro. Ho avuto la fortuna di frequentare corsi presso le nostre Forze armate e, successivamente di progettare interventi formativi per la mia Amministrazione ed altri importanti settori dello Stato.

Prima di leggere “Open Source Intelligence Abstraction Layer” l’OSInt rappresentava, per me, soltanto metodo. Metodo basato sulle poche pubblicazioni esistenti che ne precisavano rudimenti e regole, ma soprattutto sulle best pratices (come dicono quelli bravi) che noi operatori del settore abbiamo ricavato in anni di lavoro.

“Open Source Intelligence Abstraction Layer” ha costituito, a mio parere, una vera e propria rivoluzione culturale. Non si tratta, infatti, della classica pubblicazione dell’esperto che è stato semplicemente capace di “dare voce” al lavoro di chi opera ogni giorno nello specifico campo delle fonti aperte, ma ha dimostrato l’esistenza dei presupposti epistemologici dell’OSInt quale scienza.

Che dire, grazie Giovanni!

(Tommaso Palumbo)

Osservatori, osservati e osservazioni

Nel capitolo 1 di Open Source Intelligence Abstraction Layer (pag. 20 e seguenti della versione cartacea) viene infatti affrontato il problema della collocazione dell’Osint, come disciplina e come funzione, all’interno del cosiddetto “sistema di intelligence” (S.I.).

In particolar modo – partendo dalla discussione dei due casi (Osint “interno” al S.I. e Osint “esterno” al S.I.) – si caldeggia l’ipotesi dell’Osint quale osservatore privilegiato, interno e costituente del “sistema di intelligence” oltre che delle variabili, delle relazioni e delle “dinamiche ambientali” che in esso insistono (e che Osint considererebbe alla stregua di fonti/informazioni aperte).

E’ in questo senso che l’Osint potrebbe dimostrare di avere, più di altre tipologie di intelligence, le attitudini necessarie per costituire un vero e proprio strumento di indagine epistemologica degli “studi di intelligence”.

Il tema della collocazione dell’osservatore rispetto al sistema osservato è di grande attualità, in molte discipline. Il 15 novembre 2014 si è tenuto presso l‘Università della Svizzera Italiana – organizzato dalla Associazione “Fare arte nel nostro tempo” – un convegno che già dal titolo esplicita aderenze significative con i temi a noi cari in particolar modo rispetto alla quesito: “Il rapporto osservatore – osservato. L’osservatore fa parte del sistema che osserva o è esterno ad esso?

Tra i relatori che (appartenenti a vari “Livelli di Astrazione”) hanno espresso il loro punto di vista il Prof. Maurizio Ferraris – già conosciuto ai lettori di Asbtraction Layer per via della sua Teoria della Documentalità – e il Prof. Carlo Rovelli (noto fisico e saggista) dei quali di seguito si riportano gli interessanti interventi.

Ferraris (qui l’abstract dell’intervento) evidenzia la necessità di ricercare un efficace compromesso tra opposte concezioni (“epistemologismo” vs. “ontologismo”) e lo fa partendo dalla constatazione che “...il problema non è capire se c’è un mondo esterno oppure com’è che conosciamo questo mondo esterno. Il problema è quanto intervengono le aspettative dell’osservatore nella conoscenza del mondo esterno“. L’osservatore infatti “…presume molto di sé e spesso presume anche di essere molto più costituente di quanto non sia rispetto al mondo esterno.”

Dunque almeno alcuni oggetti “…esistono indipendentemente dagli osservatori” (mondo esterno) ed è fuorviante definire il confine tra “mondo interno” e “mondo esterno” sulla base di una questione meramente topologica. Ferraris propone invece di impostare questa differenziazione sulla base del fatto che “...esistono parti del mondo che sono esterne ai nostri schemi concettuali (di quelle stesse parti, NdA) e alla nostra volontà” e sulle quali non possiamo agire.

Dunque quando si parla di dipendenza di questa particolare tipologia di oggetti dall’osservatore “…si intende una dipendenza rappresentazionale .Dunque nessuna dipendenza“.

Per Carlo Rovelli (qui l’abstract dell’intervento) il punto di vista della fisica moderna riguardo il rapporto osservatore/osservato non può prescindere dalla constatazione della ampissima gamma dimensionale – dall’inifinitamente piccolo all’infinitamente grande – e dalla profonda complessità (di fronte alla quale “…il nostro umano-centrismo vacilla…”) degli oggetti che la fisica studia. Di questa ampiezza, di questa complessità, l’osservatore è parte integrante ed in essa è irrimediabilmente “immerso”: “Mentre la fisica classica descriveva un mondo completamente indipendente dall’osservatore, la presenza dell’osservatore è esplicita alla base della fisica moderna. Questo suggerisce che la struttura della realtà possa essere compresa meglio in termini di “relazioni” e “processi” che non in termini di “cose” e “sostanze”. (…) Il nostro è un mondo di relazioni, prima di essere un mondo di cose.

Entrambi i contributi sollevano tante ed importanti questioni che sono (o dovrebbero essere) di interesse anche per l’intelligence e per gli studiosi di intelligence.

Stay tuned…

Abstraction Layer is a GO!

Sono finalmente disponibil ed in distribuzione le copie cartacee di Open Surce Intelligence Abstraction Layer che – lo ricordiamo – possono essere acquistate direttamente dall’Editore Epoké oppure su Amazon, IBS, Unilibro, RCS e sugli altri venditori on line.

Sugli stessi canali sono altresì disponibili le versioni ebook in formato Kindle ed EPUB.

Buona lettura!

We apologize for delay…

~ AVVISO IMPORTANTE ~

Imprevedibili quanto imponderabili cause di forza maggiore – non riconducibili alla responsabilità di alcuno – hanno esteso oltre le aspettative i tempi di stampa e distribuzione della versione cartacea di Open Source Intelligence Abstraction Layer.

Mi scuso personalmente con tutti coloro che si sono visti annullare da IBS il proprio ordine e con tutti coloro che invece ancora attendono la disponibilità per effettuarlo. Gli ordini già effettuati direttamente all’Editore Epoké rimangono invece tutti attivi.

Il volume sarà disponibile prestissimo e di ciò sarà data immediata comunicazione sui social network e su questo sito.

Giovanni Nacci

Una Lectio Magistralis di Luciano Floridi sull’informazione

Chiunque vi parli della morte della filosofia, il morto è lui” : gli studi di intelligence sono morti?*

Una interessantissima Lection Magistralis di Luciano Floridi alla Università di Ferrara.


Buona visione!

* di agonia degli studi di intelligence (quantomeno in relazione alla formalizzazione dei concetti di “informazione” e “fonte” ne parliamo anche in Open Source Intelligence Abstraction Layer…)